Gentilissimo sig. Damiani, intanto la ringrazio per avermi dato l’opportunità di ascoltare la sua musica e leggere i suoi aforismi.
Devo dire, pur non essendo particolarmente ferrato in campo musicale, che ho trovato molto interessanti i pezzi che ho ascoltato e che mi sono parsi davvero un riuscito mix tra musica contemporanea e suoni di matrice orientale e, mi è parso, contaminati da un’altro interessante inframezzarsi della musica africana. Lo stesso utilizzo della voce come ulteriore strumento rende il tutto armonioso e persino stuzzicante. Complimenti dunque.
Anche l’idea di porgere la musica come ingrediente, fondamentale direi, di cenacoli con ottimo cibo non contaminato dall’industria e immagino altrettanto ottimo vino, è una bella idea. Ascoltando e pensando al metodo mi è venuto in mente che le sue iniziative somigliano molto ai tentativi delle avanguardie storiche del ’900 che a loro volta tentavano di destrutturare la realtà sentita come una camicia di Nesso.
Il riferimento a Bacco poi è certamente azzeccato. Probabilmente lei ha in mente il Dioniso della Nascita della Tragedia di Nietzsche o, comunque quell’idea s’è fatta mi pare ampia strada nella sua personale filosofia e io non fatico a vedere lei ed i suoi amici impegnati nel coro dionisiaco intenti a fare i conti con una realtà raggelante. Del resto Nietzsche è stato un distruttore convinto di quello che lui chiamava il mondo vecchio anche se poi, il suo Zarathustra, di fronte alle macerie del vecchio mondo è costretto a ripeterlo all’infinito e, ovviamente parlo di una lettura di Nietzsche che si ferma prima dei deliranti proclami legati alla volontà di potenza e alle conseguenze nefaste che ne sono scaturite. Un vero programma di avanguardia dunque il suo.
Dal canto mio ritengo che una tale posizione sia stata, forse purtroppo, legata all’epoca in cui si poteva ancora pensare di mettersi davanti a masse di persone che attendevano una liberazione partendo dalle arti: dico purtroppo perché la lettura del presente mi ispira, personalmente pensieri più cupi circa gli esiti della nostra specie. Probabilmente la mia lettura dei fatti risente troppo del mio vezzo che mi condanna ad approfondire in senso storico le cose. Ogni tanto mi capita di pensare che la vera liberazione dell’uomo (e qui il mio ragionamento ha un sacco di difetti perché l’uomo che ho in mente siamo noi occidentali) sia nelle scienze. Certo mi rendo anche conto che ogni scienza ha il suo tallone d’Achille nella tecnica e quindi nella possibile manipolazione, attraverso di essa, delle nostre coscienze. Ma sono pensieri in libertà questi e ne accenno solo per dirle che condivido poco quel senso di complottismo che mi pare sia insito in molti dei suoi aforismi. Non che i complotti non esistano, beninteso, ma credo sia necessario e salutare, ogni volta che ci troviamo di fronte a quello che crediamo un complotto, esaminare le alternative per poi applicare generosamente il rasoio di Occam.
Come vede sono stato sincero, ma le faccio contemporaneamente i miei migliori auguri per il suo percorso che, come ho detto mi pare molto interessante.
Con viva cordialità, Franco Bianchi
Gentilissimo Signor Bianchi, la sua preziosa lettera scritta in modo esemplare mi ha riscaldato il cuore ed ha centrato in pieno il bersaglio traducendo con idee chiare quello che io non voglio esprimere con concetti, ma solamente accennare tramite la musica e suoni primitivi vocali. E sì, perché invece di una imbeccata razionale da somministrare al pubblico tramite testi e liriche, il mio modus è quello di lasciare un alone di mistero, permettendo all’ascoltatore di interpretare a suo piacimento le intenzioni dell’autore. La voce allora diventa solo suono che, fondendosi col supporto musicale, indica la chiave di volta per intuire quello che l’autore ci sta raccontando—«su, venite fratelli, venite ad ascoltare quel che noi antichi giovani cuori vi racconteremo stasera»—nel mio videoclip «Il Re di Sicilia», un brano musicale in lode all’Imperatore Federico II che dovrebbe servire da monito agli attuali politici.
Il mio modus è di sposare l’Oriente all’Occidente ed evitare la guerra tra loro. L’inquisizione, Torquemafa, Pizzarro, Cortes sono esempi che non chiedono replica… L’antropologo e musicologo Alain Danielou nel suo libro «Shiva e Dioniso» parla del connubio tra Oriente ed Occidente, dice «i monoteismi hanno allontanato l’uomo dalla natura e dal Divino», asserendo che la biodiversità è cosa essenziale non solo per un suolo fecondo, ma anche per la musica e per una spiritualità che si liberi dal vincolo dei dogmi. Ecco, penso che anch’io sono riuscito a trovare un collegamento tra noi due, la mia musica e la tua erudizione, in un equilibrio di dosi che solo uno Chef Gourmet è in grado di realizzare. Divertimento Consapevole: ecco due parole magiche.